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CRITICHE
Nel bene e nel male, come nella vita, si é soggetti alle critiche sia nel quotidiano che nell'espressione della propria arte.
Ho avuto il piacere di ricevere da alcuni critici,
citati qui in basso, critiche costruttive che mi hanno permesso di affinare la mia tecnica approfondendo la sua essenza.
D'altro canto ho avuto il gratificante consenso da parte di altri critici che hanno carpito il mio concetto di fare arte.
ABOUT
CRITICHE
Le mie Opere valutate dai vari "Critici d'arte"
Paolo Levi - Critico d'arte
Paolo Levi ha così scritto:
Ci troviamo di fronte a un’esecuzione dove l’emozione del pittore é magnificamente interpretata dal costrutto compositivo.
C’é subito da sottolineare che l’autore di questa ricerca usa la spatola con l’eleganza di uno schermitore, le cui sciabolate raggiungono sempre l’obiettivo.
Se non andiamo errati non dovrebbe esserci stato alcun disegno preparatorio.
Tutto nasce dall’esecuzione rapida ma, nel contempo, ben meditata.
Ci troviamo di fronte a un’esecuzione dove l’emozione del pittore é magnificamente interpretata dal costrutto compositivo.
C’é subito da sottolineare che l’autore di questa ricerca usa la spatola con l’eleganza di uno schermitore, le cui sciabolate raggiungono sempre l’obiettivo.
Se non andiamo errati non dovrebbe esserci stato alcun disegno preparatorio.
Tutto nasce dall’esecuzione rapida ma, nel contempo, ben meditata.
Simone Di Matteo - Scrittore, giornalista e illustratore grafico
Simone Di Matteo ha così scritto:
Ci troviamo di fronte a un’esecuzione dove l’emozione del pittore é magnificamente interpretata dal costrutto compositivo.
C’é subito da sottolineare che l’autore di questa ricerca usa la spatola con l’eleganza di uno schermitore, le cui sciabolate raggiungono sempre l’obiettivo.
Se non andiamo errati non dovrebbe esserci stato alcun disegno preparatorio.
Tutto nasce dall’esecuzione rapida ma, nel contempo, ben meditata“.
Ci troviamo di fronte a un’esecuzione dove l’emozione del pittore é magnificamente interpretata dal costrutto compositivo.
C’é subito da sottolineare che l’autore di questa ricerca usa la spatola con l’eleganza di uno schermitore, le cui sciabolate raggiungono sempre l’obiettivo.
Se non andiamo errati non dovrebbe esserci stato alcun disegno preparatorio.
Tutto nasce dall’esecuzione rapida ma, nel contempo, ben meditata“.
Giuseppe Cascella - Maestro
Il Conte Giuseppe Cascella ha così scritto:
Enrico Demó Nicodemo.
Lasciare che l’arte presenti se stessa: ma cosa ha da dire l’arte e, segnatamente, la pittura italiana degli anni passati occorre partire da una premessa: se l’arte è manifesto d’un sentire e d’una conseguente azione che si legano, in maniera quasi simbiotica, al contesto storico, sociale e culturale in cui l’arte stessa viene prodotta (“fra arte e società”, e gioelli del grande polietrico grande artista Enrico Demó Nicodemo.
La vena creativa di Enrico Demó Nicodemo si traduce in una pittura moderna, in espressione pittorica pura, che recupera la tradizione in modo innovativo, compiendo una ricerca e uno studio originale e non emulativo.
Pensiamo a più strette convergenze: agli elaborati di artisti, grandi grafici e designer per decorazioni di stoffe per abiti, ai loro disegni per manifesti di settore, ai loro progetti per copertine di riviste di moda, che puo fare liberamente, con sincerita' la stoffa ce' e' lui il grande dell'arte nel mondo, Enrico Demó Nicodemo.
Il legame fra l’arte del gioiello e quella contemporanea è ben più radicato di quanto si possa pensare.
Dai materiali ai rimandi all’attualità, ecco il bello del gioiello contemporaneo, possibili espressioni dell’arte contemporanea e non della gioielleria.
Il monile contemporaneo è versatile, sfaccettato, ibrido e per comprenderlo appieno è necessario far piazza pulita di molti di quei caratteri con cui genericamente pensiamo ad anelli, collane, bracciali e orecchini.
Il piu' grande il piu' astroso, er piu' il grande artista veramente con la l.maiuscola...il mitico, che combatte anche nel sociale, con tanti artisti che aderiscono.
Ecco chi e' Enrico Demó Nicodemo.
Con stima giornalista rettore del gazzettino e della notte di milano Giuseppe Cascella.
Enrico Demó Nicodemo.
Lasciare che l’arte presenti se stessa: ma cosa ha da dire l’arte e, segnatamente, la pittura italiana degli anni passati occorre partire da una premessa: se l’arte è manifesto d’un sentire e d’una conseguente azione che si legano, in maniera quasi simbiotica, al contesto storico, sociale e culturale in cui l’arte stessa viene prodotta (“fra arte e società”, e gioelli del grande polietrico grande artista Enrico Demó Nicodemo.
La vena creativa di Enrico Demó Nicodemo si traduce in una pittura moderna, in espressione pittorica pura, che recupera la tradizione in modo innovativo, compiendo una ricerca e uno studio originale e non emulativo.
Pensiamo a più strette convergenze: agli elaborati di artisti, grandi grafici e designer per decorazioni di stoffe per abiti, ai loro disegni per manifesti di settore, ai loro progetti per copertine di riviste di moda, che puo fare liberamente, con sincerita' la stoffa ce' e' lui il grande dell'arte nel mondo, Enrico Demó Nicodemo.
Il legame fra l’arte del gioiello e quella contemporanea è ben più radicato di quanto si possa pensare.
Dai materiali ai rimandi all’attualità, ecco il bello del gioiello contemporaneo, possibili espressioni dell’arte contemporanea e non della gioielleria.
Il monile contemporaneo è versatile, sfaccettato, ibrido e per comprenderlo appieno è necessario far piazza pulita di molti di quei caratteri con cui genericamente pensiamo ad anelli, collane, bracciali e orecchini.
Il piu' grande il piu' astroso, er piu' il grande artista veramente con la l.maiuscola...il mitico, che combatte anche nel sociale, con tanti artisti che aderiscono.
Ecco chi e' Enrico Demó Nicodemo.
Con stima giornalista rettore del gazzettino e della notte di milano Giuseppe Cascella.
Josè Van Roy Dalì - Critico d'arte
Josè Van Roy Dalì, figlio del mentore del surrealismo Salvador Dalì, ha così scritto:
L’elemento che contraddistingue la pittura di Demò é il contatto fisico con il colore.
Non usa freddi ed inanimati pennelli, ma materiali pieni di energia creativa, come in questo caso resina su plexiglas a spatola,
che plasmano l’impasto cromatico.
Questa materialità conferisce alle opere di Nicodemo, oltre ad una inaspettata vitalità, la consistenza materica necessaria
per generare particolari giochi di luce e ombre.
Sicché l’elemento luminoso diventa un protagonista importante nell’orchestrazione dell’immagine, accompagnandosi ad un insolito segno, rivela ogni vibrazione della personalità e della pittrice, indicando la via interpretativa di una intimistica dialettica fortemente voluta dall’artista.
L’elemento che contraddistingue la pittura di Demò é il contatto fisico con il colore.
Non usa freddi ed inanimati pennelli, ma materiali pieni di energia creativa, come in questo caso resina su plexiglas a spatola,
che plasmano l’impasto cromatico.
Questa materialità conferisce alle opere di Nicodemo, oltre ad una inaspettata vitalità, la consistenza materica necessaria
per generare particolari giochi di luce e ombre.
Sicché l’elemento luminoso diventa un protagonista importante nell’orchestrazione dell’immagine, accompagnandosi ad un insolito segno, rivela ogni vibrazione della personalità e della pittrice, indicando la via interpretativa di una intimistica dialettica fortemente voluta dall’artista.
Maria Novella Paonessa - Numerologa
Enrico Nicodemo detto Demó nasce a Sicilí in provincia di Salerno il 12 dicembre 1966 e vive a Milano.
É un perfetto e geniale artista d'arte moderna e contemporanea.
Le tecniche da lui adoperate sono l'olio, la spatola, l'acrilico, l'astratto, la creazione di gioielli, l'arte figurativa, l'arte del design.
Ha anche la passione della musica.
Suona il pianoforte e la chitarra.
I suoi capolavori sono esposti in Italia, all'estero, nelle gallerie d'arte, negli hotel.
Nel suo studio provato si possono ammirare i suoi dipinti, le creazioni d'arte e di design, i gioielli, le realizzazioni di moda.
Caratteristica principale della sua arte sono i colori, dotati di una luce che avvolge l'infinito.
Demó é un vero grande artista ed un saggio pieno di fede, umile e credente.
Solo Dio puó illuminare e guidare la sua mano.
Artisti si nasce e in lui questa regola trova conferma attraverso la sua arte.
Spero che Demó comprenda in profonditá il valore dei suoi capolavori.
Con l'arte infatti si nasce, si vive e si muore.
L'arte é per ammirare e per immortalare.
Demó nasce il 12 dicembre 1966 ( numericamente 12 12 66 ).
Dicembre é il mese della creazione, della fede, della musica.
I nati in questo mese sono saggi, sensibili, hanno il timore di Dio, si riconoscono nel nome del Padre e della famiglia.
Sono illuminati da Dio.
L'amore di Dio é consacrato nell'arte.
Auguro a Demó salute, amore, fede e lunga vita.
Maria Novella Paonessa
É un perfetto e geniale artista d'arte moderna e contemporanea.
Le tecniche da lui adoperate sono l'olio, la spatola, l'acrilico, l'astratto, la creazione di gioielli, l'arte figurativa, l'arte del design.
Ha anche la passione della musica.
Suona il pianoforte e la chitarra.
I suoi capolavori sono esposti in Italia, all'estero, nelle gallerie d'arte, negli hotel.
Nel suo studio provato si possono ammirare i suoi dipinti, le creazioni d'arte e di design, i gioielli, le realizzazioni di moda.
Caratteristica principale della sua arte sono i colori, dotati di una luce che avvolge l'infinito.
Demó é un vero grande artista ed un saggio pieno di fede, umile e credente.
Solo Dio puó illuminare e guidare la sua mano.
Artisti si nasce e in lui questa regola trova conferma attraverso la sua arte.
Spero che Demó comprenda in profonditá il valore dei suoi capolavori.
Con l'arte infatti si nasce, si vive e si muore.
L'arte é per ammirare e per immortalare.
Demó nasce il 12 dicembre 1966 ( numericamente 12 12 66 ).
Dicembre é il mese della creazione, della fede, della musica.
I nati in questo mese sono saggi, sensibili, hanno il timore di Dio, si riconoscono nel nome del Padre e della famiglia.
Sono illuminati da Dio.
L'amore di Dio é consacrato nell'arte.
Auguro a Demó salute, amore, fede e lunga vita.
Maria Novella Paonessa
Sandro Serradifalco - Critico d'arte
Sandro Serradifalco ha così scritto:
Una stilizzazione astratta ed informale di una regata in barca.
Le vele di solito bianche, lasciano qui il posto a dinamiche e fugaci pennellate dai colori brillanti e le forme aerodinamiche,
che tagliano il vento e che conferiscono all’intera composizione un forte dinamismo.
Il mare dal blu profondo, si tinge in superficie di decine di riflessi colorati e il cielo dietro é un’esplosione di luce.
La sintesi estetica di “Demó” é frutto di un’accurata ricerca stilistica, sfociata poi in una composizione cromaticamente armonica e bilanciata.
Una stilizzazione astratta ed informale di una regata in barca.
Le vele di solito bianche, lasciano qui il posto a dinamiche e fugaci pennellate dai colori brillanti e le forme aerodinamiche,
che tagliano il vento e che conferiscono all’intera composizione un forte dinamismo.
Il mare dal blu profondo, si tinge in superficie di decine di riflessi colorati e il cielo dietro é un’esplosione di luce.
La sintesi estetica di “Demó” é frutto di un’accurata ricerca stilistica, sfociata poi in una composizione cromaticamente armonica e bilanciata.
Stefania Bison - Critica d'arte
Stefania Bison ha così scritto:
La spettacolaritá dell’evento agonistico é dovuta all’essenza cromatica di pura creativitá, in cui ogni vela al vento scandisce un colore diverso.
L’atmosfera é quella del movimento di onde capricciose, riprese con mano decisa da un pittore che diventa qui messaggero della voce del colore mosso dal vento.
La spettacolaritá dell’evento agonistico é dovuta all’essenza cromatica di pura creativitá, in cui ogni vela al vento scandisce un colore diverso.
L’atmosfera é quella del movimento di onde capricciose, riprese con mano decisa da un pittore che diventa qui messaggero della voce del colore mosso dal vento.
Jean Charles Spinà - Critico d'arte
Jean Charles Spinà ha così scritto:
Motivazione critica e premio all’artista Enrico Nicodemo.
La sua tecnica pittorica costruisce abili esperimenti visivi di mutevole astrazione.
Ogni struttura riporta armonie ingegnose, attratte dal suo vivace intuito creativo, con la percezione di intensa sintesi interiore.
Opera premiata: Come vele nel vento
Motivazione critica e premio all’artista Enrico Nicodemo.
La sua tecnica pittorica costruisce abili esperimenti visivi di mutevole astrazione.
Ogni struttura riporta armonie ingegnose, attratte dal suo vivace intuito creativo, con la percezione di intensa sintesi interiore.
Opera premiata: Come vele nel vento
Mariarosaria Belgiovine - Critica d'arte
Mariarosaria Belgiovine ha così scritto:
Commento Critico all’Artista Enrico Nicodemo.
L’incontro cromatico é suggestivo, con l’astrazione che predomina la sua gestualità fino ad incarnare le sue visioni reali.
Energia e ritmo liberano anche il piacere estetico, valorizzando ogni risvolto intuitivo della sua creatività.
Opera premiata: Ebrezza colorata
Commento Critico all’Artista Enrico Nicodemo.
L’incontro cromatico é suggestivo, con l’astrazione che predomina la sua gestualità fino ad incarnare le sue visioni reali.
Energia e ritmo liberano anche il piacere estetico, valorizzando ogni risvolto intuitivo della sua creatività.
Opera premiata: Ebrezza colorata
Aldo Maria Pero - Critico d'arte
Aldo Maria Pero ha così scritto:
Accogliamo con un amichevole saluto Enrico Nicodemo fra gli associati al Movimento, lieto di dare il benvenuto ad un artista capace di contemperare in salda unità espressiva elementi stilistici contrastanti ma da lui sintetizzati in un unico disegno pittorico.
In un fluttuante universo acqueo la sua fantasia, che muove da echi formali verso risultati astratti e non privi di una sognante volontà di abbandonarsi ad una dialettica di riferimenti al mondo, a se stesso, agli altri poiché in lui domina il desiderio di comunicare.
Preso come elemento di base il cerchio, la più perfetta ed universale forma geometrica dopo la sfera, Nicodemo inventa in ogni tela un piccolo mondo compiuto, una sorta di monade nella quale domina l’acqua, l’elemento primigenio delle mitologie dell’antica Mesopotamia.
In realtà il cerchio è l’elemento che appare immediatamente, simbolo appunto della sfera che talora si trasforma in acquario dove muovono piccoli pesci e talaltra rappresenta un’immersione nel profonde del mare, là dove si celano ancòra sconosciute risorse, quelle che un pittore di sognante fantasia e di grande capacità esecutiva riescono ad evocare e a far conoscere a chi voglia soffermarsi di fronte alle sue tele,
tele di un pittore lombardo che dalla materna Italia meridione ha portato seco gli elementi di energia primigenia prefigurati dall’antica
filosofia greca.
Il risultato, smagliante nei suoi colori, costituisce un incentivo a riflettere sulla capacità della pittura di trasmettere, come in questo caso, idee, sentimenti ed impressioni.
Benvenuto, Enrico.
Accogliamo con un amichevole saluto Enrico Nicodemo fra gli associati al Movimento, lieto di dare il benvenuto ad un artista capace di contemperare in salda unità espressiva elementi stilistici contrastanti ma da lui sintetizzati in un unico disegno pittorico.
In un fluttuante universo acqueo la sua fantasia, che muove da echi formali verso risultati astratti e non privi di una sognante volontà di abbandonarsi ad una dialettica di riferimenti al mondo, a se stesso, agli altri poiché in lui domina il desiderio di comunicare.
Preso come elemento di base il cerchio, la più perfetta ed universale forma geometrica dopo la sfera, Nicodemo inventa in ogni tela un piccolo mondo compiuto, una sorta di monade nella quale domina l’acqua, l’elemento primigenio delle mitologie dell’antica Mesopotamia.
In realtà il cerchio è l’elemento che appare immediatamente, simbolo appunto della sfera che talora si trasforma in acquario dove muovono piccoli pesci e talaltra rappresenta un’immersione nel profonde del mare, là dove si celano ancòra sconosciute risorse, quelle che un pittore di sognante fantasia e di grande capacità esecutiva riescono ad evocare e a far conoscere a chi voglia soffermarsi di fronte alle sue tele,
tele di un pittore lombardo che dalla materna Italia meridione ha portato seco gli elementi di energia primigenia prefigurati dall’antica
filosofia greca.
Il risultato, smagliante nei suoi colori, costituisce un incentivo a riflettere sulla capacità della pittura di trasmettere, come in questo caso, idee, sentimenti ed impressioni.
Benvenuto, Enrico.
Elena Gollini - Critica d'arte
Elena Gollini ha così scritto:
Il tema del mare é vissuto intensamente da Enrico Nicodemo, alias Demò, nei suoi molteplici aspetti poetico, surreale, onirico, cromatico.
La continuità di ricerca nella costruzione formale e la narrazione di un linguaggio creativo peculiare e personale celebra l’incontro con un mondo pittorico surreale e irreale, in cui colore, soggetti e atmosfere riescono a coinvolgere lo spettatore in un caleidoscopio di sensazioni
ed emozioni.
Nicodemo vive il mare e per il mare, lo respira e lo interiorizza nel profondo e l’influenza di esso interagisce e predomina nelle scelte rievocative, stimolando una vivace introspezione e una delicata connotazione di lirismo poetico di contorno.
Il mare é fonte di vita ed egli cerca tramite esso un’espressione particolare con un iter evolutivo, che esce dagli schemi rappresentativi più tradizionalisti spesso chiusi, rigidi e ripetitivi, per cercare una proiezione del tutto originale, ma che acquista una suggestiva valenza universale nelle sue singole componenti distintive.
Il mare e il cielo si dissolvono nella magica visione surreale di un universo, in cui ci fa entrare, un universo nel quale gli spazi si dilatano e si espandono all’infinito e sono puri e incontaminati.
Per chi osserva attentamente le opere é come se l’artista aprisse un varco simbolico, come una finestra virtuale sul mare, cogliendo gli scenari protagonisti della narrazione e richiusa questa finestra mediante la sintesi interiore, si riappropriasse di quel mondo con una rielaborazione fantasiosa e personalizzata.
Gli incantevoli paesaggi marini atipici e sui generis provengono da momenti del vissuto, della memoria, in cui prende vita e si concretizza un linguaggio frutto della ricerca di “assoluto” e di visione di surrealtà fantastica.
La pittura di Nicodemo può essere ricondotta a un minimalismo descrittivo informale e stilizzato, di impronta materica, che si connette al concetto di “semplicità ed essenzialità del tutto” derivante da una sintesi di contenuti ed esperienze, modulati da un personale “bagaglio culturale e poetico” che gli appartiene.
La realtà naturale diventa creazione di una simbiosi di elementi e contenuti compositivi e strutturali, che trovano nelle forme, nei colori, nelle tonalità cromatiche ad intreccio, nella matericità corposa e densa tutta l’essenza sostanziale del più vero e autentico tema pittorico ispiratore.
Le spatolate energiche e vigorose non sono mai del tutto casuali, ma bensì scaturiscono da un’attenta e scrupolosa ricerca della compiutezza equilibrata del segno, della continuità e dell’armonia dell’insieme.
In ogni opera esiste uno stretto rapporto di correlazione con la componente aulica, che nella stesura delle campiture cromatiche e nelle atmosfere pacate o più impulsive libera e sprigiona il lirismo in modo diretto e spontaneo.
Il mare per Nicodemo non é semplicemente ispiratore di poesia, é esso stesso poesia.
La natura, il silenzio, la vita, il mare compongono un’unità in un complesso armonioso e omogeneo.
La scrittura pittorica risulta immediata avvalendosi di un’espressione fluida, incisiva e ben fruibile, da cui trapela una narrazione essenziale,
mai sofisticata e troppo forzata, che arriva subito a toccare le corde del cuore e a penetrare nell’animo dell’osservatore.
I contenuti sono coerenti nella scenografia strutturale e sollecitano l’immaginario affettivo e sentimentale, spronando a immergersi dentro riflessioni e suggestioni contemplative, poste in bilico tra mare, cielo, sogno, realtà.
Il tema del mare é vissuto intensamente da Enrico Nicodemo, alias Demò, nei suoi molteplici aspetti poetico, surreale, onirico, cromatico.
La continuità di ricerca nella costruzione formale e la narrazione di un linguaggio creativo peculiare e personale celebra l’incontro con un mondo pittorico surreale e irreale, in cui colore, soggetti e atmosfere riescono a coinvolgere lo spettatore in un caleidoscopio di sensazioni
ed emozioni.
Nicodemo vive il mare e per il mare, lo respira e lo interiorizza nel profondo e l’influenza di esso interagisce e predomina nelle scelte rievocative, stimolando una vivace introspezione e una delicata connotazione di lirismo poetico di contorno.
Il mare é fonte di vita ed egli cerca tramite esso un’espressione particolare con un iter evolutivo, che esce dagli schemi rappresentativi più tradizionalisti spesso chiusi, rigidi e ripetitivi, per cercare una proiezione del tutto originale, ma che acquista una suggestiva valenza universale nelle sue singole componenti distintive.
Il mare e il cielo si dissolvono nella magica visione surreale di un universo, in cui ci fa entrare, un universo nel quale gli spazi si dilatano e si espandono all’infinito e sono puri e incontaminati.
Per chi osserva attentamente le opere é come se l’artista aprisse un varco simbolico, come una finestra virtuale sul mare, cogliendo gli scenari protagonisti della narrazione e richiusa questa finestra mediante la sintesi interiore, si riappropriasse di quel mondo con una rielaborazione fantasiosa e personalizzata.
Gli incantevoli paesaggi marini atipici e sui generis provengono da momenti del vissuto, della memoria, in cui prende vita e si concretizza un linguaggio frutto della ricerca di “assoluto” e di visione di surrealtà fantastica.
La pittura di Nicodemo può essere ricondotta a un minimalismo descrittivo informale e stilizzato, di impronta materica, che si connette al concetto di “semplicità ed essenzialità del tutto” derivante da una sintesi di contenuti ed esperienze, modulati da un personale “bagaglio culturale e poetico” che gli appartiene.
La realtà naturale diventa creazione di una simbiosi di elementi e contenuti compositivi e strutturali, che trovano nelle forme, nei colori, nelle tonalità cromatiche ad intreccio, nella matericità corposa e densa tutta l’essenza sostanziale del più vero e autentico tema pittorico ispiratore.
Le spatolate energiche e vigorose non sono mai del tutto casuali, ma bensì scaturiscono da un’attenta e scrupolosa ricerca della compiutezza equilibrata del segno, della continuità e dell’armonia dell’insieme.
In ogni opera esiste uno stretto rapporto di correlazione con la componente aulica, che nella stesura delle campiture cromatiche e nelle atmosfere pacate o più impulsive libera e sprigiona il lirismo in modo diretto e spontaneo.
Il mare per Nicodemo non é semplicemente ispiratore di poesia, é esso stesso poesia.
La natura, il silenzio, la vita, il mare compongono un’unità in un complesso armonioso e omogeneo.
La scrittura pittorica risulta immediata avvalendosi di un’espressione fluida, incisiva e ben fruibile, da cui trapela una narrazione essenziale,
mai sofisticata e troppo forzata, che arriva subito a toccare le corde del cuore e a penetrare nell’animo dell’osservatore.
I contenuti sono coerenti nella scenografia strutturale e sollecitano l’immaginario affettivo e sentimentale, spronando a immergersi dentro riflessioni e suggestioni contemplative, poste in bilico tra mare, cielo, sogno, realtà.
Dino Marasà - Critico d'arte
Dino Marasà ha così scritto:
I lavori di Enrico Nicodemo, in arte Demò, svelano una sentita ed appassionata ricerca nell’ambito dell’espressione
astratta delle vibrazioni dell’animo.
Sottolineate, esse si trasformano in estetiche pulsioni cromatiche, entusiasmanti e radiose, nella conformazione estetica,
vivono in taluni spazi puramente casuali caratterizzati da un soave tratteggio cromatico, suggerito dai canoni
della sintesi geometrica del segno.
La metodica segnica ha il compito di esprimere lo spirito, mediante colori puri trascritti in forme ritmate
collegate fra loro, simili ad un concerto di note venute dal profondo.
Con la sua eccezionale verve narrativa e la sua suggestiva espressività Demò si orienta in modo autentico verso
l’invenzione di un nuovo linguaggio artistico facilmente comprensibile al fruitore.
Linguaggio che innova e ravviva l’arte e lo spirito e che si muove verso la contemplazione e l’onirico.
Sogni d’arte e di spazio e colore dunque, fanno parte dell’espressività di Demò, tratteggiata da una formidabile spontaneità.
I lavori di Enrico Nicodemo, in arte Demò, svelano una sentita ed appassionata ricerca nell’ambito dell’espressione
astratta delle vibrazioni dell’animo.
Sottolineate, esse si trasformano in estetiche pulsioni cromatiche, entusiasmanti e radiose, nella conformazione estetica,
vivono in taluni spazi puramente casuali caratterizzati da un soave tratteggio cromatico, suggerito dai canoni
della sintesi geometrica del segno.
La metodica segnica ha il compito di esprimere lo spirito, mediante colori puri trascritti in forme ritmate
collegate fra loro, simili ad un concerto di note venute dal profondo.
Con la sua eccezionale verve narrativa e la sua suggestiva espressività Demò si orienta in modo autentico verso
l’invenzione di un nuovo linguaggio artistico facilmente comprensibile al fruitore.
Linguaggio che innova e ravviva l’arte e lo spirito e che si muove verso la contemplazione e l’onirico.
Sogni d’arte e di spazio e colore dunque, fanno parte dell’espressività di Demò, tratteggiata da una formidabile spontaneità.
Maria Claudia Simotti - Critica d'arte
Maria Claudia Simotti ha così scritto:
“Per il fluido amalgama di preziose linfe emotive mescolate in una tecnica audace che restituisce la sensazione vibrante del pullulare prolifico della vita nell’anfratto marino, esaltato dal nitore pervasivo di resine impregnate da una brillantezza esplosiva, che la finitura corrusca amplifica, imprimendo ai suoi tondi scudi raggianti il sottile riverbero e il potente bagliore del disco solare.”
“Per il fluido amalgama di preziose linfe emotive mescolate in una tecnica audace che restituisce la sensazione vibrante del pullulare prolifico della vita nell’anfratto marino, esaltato dal nitore pervasivo di resine impregnate da una brillantezza esplosiva, che la finitura corrusca amplifica, imprimendo ai suoi tondi scudi raggianti il sottile riverbero e il potente bagliore del disco solare.”
Salvatore Russo - Critico d'arte
Salvatore Russo ha così scritto:
La sua critica per i quadri in mostra alla 1° Biennale Internazionale d’Italia della Creatività a Verona – Italia – 12 Febbraio 2014
Il mare con i suoi infiniti misteri, diventa l’oggetto d’indagine della pittura di Demò.
L’osservatore viene così catapultato in un mondo dominato da nuove architetture della forma e da una straordinaria eleganza segnica.
il Maestro della spatola, così voglio definire Demò.
Spatolate di colore che non risiedono in nessuna prigione cognitiva, ma che spaziano liberamente in fondali sottomarini.
Nelle narrazioni visive del Maestro, i colori dialogano con la resina, che gli conferisce una grande lucentezza.
Con grande abilità tecnica, Demò, traccia quelle che sono le linee guida di un pensiero legato al concetto di libertà, che viene materializzato dal Maestro, attraverso la rappresentazione delle barca a vela.
Un pensiero geniale che sconfigge il classico bigottismo della forma, fino a navigare nuovi mari.
Le sue pitture sferiche, sono in realtà dei grandi oblò dai quali osservare il mondo sottomarino.
Una pittura in cui l’uomo è assente.
Una pittura non inquinata dal malessere della psiche, ma che trova nella bellezza eterna, il suo nuovo credo,
da cui far ripartire la religione dell’Arte.
Una religione che abbandona il blasfemismo della forma classica per approdare, attraverso le ricerche di Demò,
nella nuova Atlantide, città in cui l’uomo è finalmente libero.
La sua critica sulla rivista “Eccellenze – Sguardi sulla pittura contemporanea”
Coloratissime vele si spiegano tra le onde increspate del mare, sospinte dal vento nella loro corsa verso la vittoria.
Una vittoria che invece, il Maestro Enrico Nicodemo, ha giá ottenuto con la sua arte.
Un’opera di grande equilibrio formale che trova la sua migliore traduzione nell’uso di colori accesi e carichi, quasi materici, resi tali dall’uso della spatola e delle resine al posto dei tradizionali colori.
La sua critica per i quadri in mostra alla 1° Biennale Internazionale d’Italia della Creatività a Verona – Italia – 12 Febbraio 2014
Il mare con i suoi infiniti misteri, diventa l’oggetto d’indagine della pittura di Demò.
L’osservatore viene così catapultato in un mondo dominato da nuove architetture della forma e da una straordinaria eleganza segnica.
il Maestro della spatola, così voglio definire Demò.
Spatolate di colore che non risiedono in nessuna prigione cognitiva, ma che spaziano liberamente in fondali sottomarini.
Nelle narrazioni visive del Maestro, i colori dialogano con la resina, che gli conferisce una grande lucentezza.
Con grande abilità tecnica, Demò, traccia quelle che sono le linee guida di un pensiero legato al concetto di libertà, che viene materializzato dal Maestro, attraverso la rappresentazione delle barca a vela.
Un pensiero geniale che sconfigge il classico bigottismo della forma, fino a navigare nuovi mari.
Le sue pitture sferiche, sono in realtà dei grandi oblò dai quali osservare il mondo sottomarino.
Una pittura in cui l’uomo è assente.
Una pittura non inquinata dal malessere della psiche, ma che trova nella bellezza eterna, il suo nuovo credo,
da cui far ripartire la religione dell’Arte.
Una religione che abbandona il blasfemismo della forma classica per approdare, attraverso le ricerche di Demò,
nella nuova Atlantide, città in cui l’uomo è finalmente libero.
La sua critica sulla rivista “Eccellenze – Sguardi sulla pittura contemporanea”
Coloratissime vele si spiegano tra le onde increspate del mare, sospinte dal vento nella loro corsa verso la vittoria.
Una vittoria che invece, il Maestro Enrico Nicodemo, ha giá ottenuto con la sua arte.
Un’opera di grande equilibrio formale che trova la sua migliore traduzione nell’uso di colori accesi e carichi, quasi materici, resi tali dall’uso della spatola e delle resine al posto dei tradizionali colori.
Giorgio Pilla - Critico d'arte
La sua critica per i quadri in mostra a Venezia – Italia – Nel 2008
Giorgio Pilla nasce a Venezia ove vive e opera.
Appassionato e studioso d’arte, si dedica alla ricerca artistica da sempre affinando
le proprie doti tecniche ed umanistiche sulla lezione dei grandi maestri.
Diplomato in pittura e disegno ( 1970/73).
Ha frequentato inoltre scuola di tecniche incisorie a Venezia.
Sin dagli anni sessanta espone in varie mostre collettive e personali.
Premiato in vari concorsi ed esposizioni regionali e nazionali.
Presente, quale artista invitato, nel 1972 al 1st European Science Fiction
Convention Art Show a Trieste.
Premiato, nel 1975, dalla stampa specializzata ed invitato ad esporre presso
la “Sala d’Arte Ist. Beato Angelico – Palazzo della Minerva – Roma”.
Nel 1980 viene nominato “Accademico di Merito” della “Accademia dei 500″ di Roma.
Nel 1982 viene insignito del titolo di “Cavaliere al Merito dell’Ordine della Repubblica Italiana”.
Nello stesso 1982 viene insignito del titolo di “Cavaliere di Gran Collare”
per grazia magistrale, dell’ordine “Angelici Ordinis Crucis Costantini Magnus”.
Nel 1983 entra a far parte del gruppo “Uno degli uno in piu’ “.
Nel 1985 riceve un encomio solenne dell’Accademia delle Arti Europea – Ministero
della Pubblica Istruzione – per l’attivita’ artistica svolta.
Alla fine degli anni settanta inizia l’attivita’ di critico d’arte.
E’ segretario della sezione di Venezia dell’ U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani Roma).
Socio fondatore di vari gruppi artistici e culturali.
Giorgio Pilla nasce a Venezia ove vive e opera.
Appassionato e studioso d’arte, si dedica alla ricerca artistica da sempre affinando
le proprie doti tecniche ed umanistiche sulla lezione dei grandi maestri.
Diplomato in pittura e disegno ( 1970/73).
Ha frequentato inoltre scuola di tecniche incisorie a Venezia.
Sin dagli anni sessanta espone in varie mostre collettive e personali.
Premiato in vari concorsi ed esposizioni regionali e nazionali.
Presente, quale artista invitato, nel 1972 al 1st European Science Fiction
Convention Art Show a Trieste.
Premiato, nel 1975, dalla stampa specializzata ed invitato ad esporre presso
la “Sala d’Arte Ist. Beato Angelico – Palazzo della Minerva – Roma”.
Nel 1980 viene nominato “Accademico di Merito” della “Accademia dei 500″ di Roma.
Nel 1982 viene insignito del titolo di “Cavaliere al Merito dell’Ordine della Repubblica Italiana”.
Nello stesso 1982 viene insignito del titolo di “Cavaliere di Gran Collare”
per grazia magistrale, dell’ordine “Angelici Ordinis Crucis Costantini Magnus”.
Nel 1983 entra a far parte del gruppo “Uno degli uno in piu’ “.
Nel 1985 riceve un encomio solenne dell’Accademia delle Arti Europea – Ministero
della Pubblica Istruzione – per l’attivita’ artistica svolta.
Alla fine degli anni settanta inizia l’attivita’ di critico d’arte.
E’ segretario della sezione di Venezia dell’ U.C.A.I. (Unione Cattolica Artisti Italiani Roma).
Socio fondatore di vari gruppi artistici e culturali.
Nelli Del Forno Todisco - Critica d'arte
La sua critica per i quadri in mostra a Latisana (Udine) – Italia – Nel 2004
Nelli Del Forno Todisco ha così scritto:
DONNA IN PENSIERO
Donna immersa nei propri pensieri, in meditazione quasi
Elegante il profilo, rilassato il braccio sullo schienale del divano anche se si nota
una certa rigidità nell’atteggiamento del corpo.
I PAPPAGALLI
Coppia di pappagalli dai colori sgargianti, sembrano comunicare
tra di loro come due esseri viventi che parlano del più e del meno in maniera rilassata.
La natura fa da sfondo a quest’idillio.
IL MISTERO DELL’IRIDE
E’ un fiore l’iride che si schiude alla vita nel suo color
azzurro intenso e che mostra al suo interno, con una pennellata di vivo arancio,
un qualcosa di misterioso e di arcano.
Si osserva l’impiego dei colori, improntati a gamme tra loro accordantisi, in gradazioni
sofisticate, capaci di conferire suggestione e armonia insieme.
LUCI NOTTURNE
Milano, la notte, tutti dormono.
Gli edifici, i condomini, le case sembrano vegliare il sonno di quella umanità, solo la strada
è una scia di luce dove le macchine vanno e vengono ininterrottamente.
Le luci si riflettono sull’asfalto, tutto sembra correre verso il proprio destino in una città
tranquilla e dormiente.
GALLERIA VITTORIO EMANUELE
Con una pittura impeccabile, Nicodemo – Demò in arte
rappresenta superfici metalliche e cromature, oggetti ed edifici della Galleria dove la presenza
dell’uomo appare calata in una dimensione meccanica, ognuno sembra affrettarsi verso
il proprio destino quotidiano, lavorativo, ma in fondo alla galleria una luce li attende.
DONNA ALLO SPECCHIO
Splendida e ben stilizzata figura di donna che si sistema
l’acconciatura davanti allo specchio.
Demò introduce con questo dipinto un linguaggio capace di determinare in campo artistico
la dialettica dello sguardo e del corpo, l’arte diventa gioco linguistico.
CAVALLO FURIOSO
Un cavallo in movimento, un viluppo di forme in uno spazio aperto
in mezzo alla campagna.
Il fascino e la forza dell’animale si misurano dallo stupore del suo esplodere e dall’uso
dei colori accesi e solari.
NUDO DI DONNA
L’artista ha una mano felice nel dipingere questa donna dal seno
prorompente e dalla lunga chioma che gode della sua bellezza e della sua
nudità come una dea.
Il viso denota quasi un senso di stupore davanti a tanta bellezza.
L’artista utilizza colori solari per accentuare una splendida nudità.
IL RISVEGLIO
Il buio viene scalzato, buttato all’aria, come si buttano via le coperte,
e una gran luce illumina la stanza, la giornata stessa si fa chiarore sul nascere.
Un bel risveglio, davvero, supportato da pennellate di colore delicato quasi diafano.
NUDO…ASCOLTANDO CHOPIN
L’essere è all’unisono con la musica
che si spezza per ricomporsi.
Le linee sono secche, dure, la testa sembra essere altrove, immersa in suoni musicali dolcissimi.
CRISTO IN CROCE
Porta su di sé tutta la sofferenza del mondo, di quel mondo che lui
ha creato perché gli uomini fossero felici.
La materia opprime la figura appena abbozzata del Cristo in croce.
La folta capigliatura realizzata con l’ausilio del nero, che rappresenta la materia,
utilizzata a spatola, sembra fuoriuscire dallo spazio diventando quasi tridimensionale.
LA VITA
Di primo acchito sembrano delle croci, ognuno ha la sua più o meno pesante,
ma ad uno sguardo più attento ecco sulla sinistra un bambino che crescendo affronterà
la vita, abitando in case, condomini per declinare poi verso la vecchiaia appoggiato a un bastone.
Una scritta a caratteri cubitali spezzata in due “ NIE “ / “ NTE “ ci indica il “ niente “ della vita
ossia dal niente al nulla.
L’uso dei colori e delle forme denotano serenità nell’annunciare il percorso della vita umana.
L’AMANTE
Dipinta in posizione rilassata, la donna denota intima soddisfazione in solitudine.
L’artista usa colori accesi e solari, contrapposti a zone d’ombra realizzate con l’ausilio di colori scuri.
Il tratto è energico e sicuro.
Nelli Del Forno Todisco ha così scritto:
DONNA IN PENSIERO
Donna immersa nei propri pensieri, in meditazione quasi
Elegante il profilo, rilassato il braccio sullo schienale del divano anche se si nota
una certa rigidità nell’atteggiamento del corpo.
I PAPPAGALLI
Coppia di pappagalli dai colori sgargianti, sembrano comunicare
tra di loro come due esseri viventi che parlano del più e del meno in maniera rilassata.
La natura fa da sfondo a quest’idillio.
IL MISTERO DELL’IRIDE
E’ un fiore l’iride che si schiude alla vita nel suo color
azzurro intenso e che mostra al suo interno, con una pennellata di vivo arancio,
un qualcosa di misterioso e di arcano.
Si osserva l’impiego dei colori, improntati a gamme tra loro accordantisi, in gradazioni
sofisticate, capaci di conferire suggestione e armonia insieme.
LUCI NOTTURNE
Milano, la notte, tutti dormono.
Gli edifici, i condomini, le case sembrano vegliare il sonno di quella umanità, solo la strada
è una scia di luce dove le macchine vanno e vengono ininterrottamente.
Le luci si riflettono sull’asfalto, tutto sembra correre verso il proprio destino in una città
tranquilla e dormiente.
GALLERIA VITTORIO EMANUELE
Con una pittura impeccabile, Nicodemo – Demò in arte
rappresenta superfici metalliche e cromature, oggetti ed edifici della Galleria dove la presenza
dell’uomo appare calata in una dimensione meccanica, ognuno sembra affrettarsi verso
il proprio destino quotidiano, lavorativo, ma in fondo alla galleria una luce li attende.
DONNA ALLO SPECCHIO
Splendida e ben stilizzata figura di donna che si sistema
l’acconciatura davanti allo specchio.
Demò introduce con questo dipinto un linguaggio capace di determinare in campo artistico
la dialettica dello sguardo e del corpo, l’arte diventa gioco linguistico.
CAVALLO FURIOSO
Un cavallo in movimento, un viluppo di forme in uno spazio aperto
in mezzo alla campagna.
Il fascino e la forza dell’animale si misurano dallo stupore del suo esplodere e dall’uso
dei colori accesi e solari.
NUDO DI DONNA
L’artista ha una mano felice nel dipingere questa donna dal seno
prorompente e dalla lunga chioma che gode della sua bellezza e della sua
nudità come una dea.
Il viso denota quasi un senso di stupore davanti a tanta bellezza.
L’artista utilizza colori solari per accentuare una splendida nudità.
IL RISVEGLIO
Il buio viene scalzato, buttato all’aria, come si buttano via le coperte,
e una gran luce illumina la stanza, la giornata stessa si fa chiarore sul nascere.
Un bel risveglio, davvero, supportato da pennellate di colore delicato quasi diafano.
NUDO…ASCOLTANDO CHOPIN
L’essere è all’unisono con la musica
che si spezza per ricomporsi.
Le linee sono secche, dure, la testa sembra essere altrove, immersa in suoni musicali dolcissimi.
CRISTO IN CROCE
Porta su di sé tutta la sofferenza del mondo, di quel mondo che lui
ha creato perché gli uomini fossero felici.
La materia opprime la figura appena abbozzata del Cristo in croce.
La folta capigliatura realizzata con l’ausilio del nero, che rappresenta la materia,
utilizzata a spatola, sembra fuoriuscire dallo spazio diventando quasi tridimensionale.
LA VITA
Di primo acchito sembrano delle croci, ognuno ha la sua più o meno pesante,
ma ad uno sguardo più attento ecco sulla sinistra un bambino che crescendo affronterà
la vita, abitando in case, condomini per declinare poi verso la vecchiaia appoggiato a un bastone.
Una scritta a caratteri cubitali spezzata in due “ NIE “ / “ NTE “ ci indica il “ niente “ della vita
ossia dal niente al nulla.
L’uso dei colori e delle forme denotano serenità nell’annunciare il percorso della vita umana.
L’AMANTE
Dipinta in posizione rilassata, la donna denota intima soddisfazione in solitudine.
L’artista usa colori accesi e solari, contrapposti a zone d’ombra realizzate con l’ausilio di colori scuri.
Il tratto è energico e sicuro.
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